Lucca contro il G7, il corteo cerca di entrare in città, la polizia carica

Una breve cronaca del corteo di ieri contro il vertice dei ministri degli esteri promosso dal Coordinamento Lucca contro il G7.

La manifestazione annunciata da diverse settimane, nonostante gli innumerevoli divieti imposti dalla questura per blindare tutto il centro storico si è comunque tenuta e ha bloccato per ore tutta la circonvallazione. I manifestanti hanno cominciato a radunarsi verso le 16 in Piazzale Don Baroni, accanto al centro di prima accoglienza della Croce Rossa, per denunciare i muri, le frontiere, i fili spinati a fronte delle migliaia di morti nel mediterraneo, il razzismo contro i migranti e lo sfruttamento della loro manodopera (qui il video di un intervento). Poco prima, alcune centinaia di manifestanti giunti in treno da Massa, Pisa, Viareggio, Pistoia, Firenze e altre città toscane si sono concentrate davanti alla stazione di Lucca e sono partiti in corteo lungo la circonvallazione , raggiungendo intorno alle 16.20 Piazzale Don Baroni, salutati con un lungo applauso dalle persone presenti. Tanti gli interventi prima della partenza che hanno denunciato la complicità dei ministri del G7 e dei paesi del Golfo per la carneficina presente in Medio Oriente, per i bombardamenti sui civili, per i finanziamenti a formazioni jihadiste come l’Isis che insanguinano le nostre città con i loro attentati

Fin da subito è saltato agli occhi l’imponenza del dispositivo militare messo in campo dalla questura per blindare le porte di Lucca e il percorso del corteo, da diverse camionette a decine di poliziotti e carabinieri in assetto antisommossa. Ma il corteo è comunque partito con entusiasmo e determinazione alle 17, superando il palazzetto dello sport per poi raggiungere la circonvallazione. Nei pressi di Piazza Santa Maria il corteo ha denunciato infatti ancora una volta la militarizzazione e la chiusura totale della città ai manifestanti, continuando poi a proseguire lungo la circonvallazione.

Giunto nei pressi di Porta San Jacopo lo spezzone di testa del corteo ha provato ad avvicinarsi alla porta dietro una rete, rivendicando il diritto a muoversi in città. Giunto a contatto con lo schieramento di polizia e carabinieri in assetto antisommossa (particolarmente ansiosa di menare colpi come dimostra anche la battitura dei manganelli sugli scudi), questi ultimi hanno fatto partire una violenta e brutale carica che ha costretto il corteo ad arretrare, fino alla circonvallazione (qui il video delle cariche). A quel punto i reparti in coda al corteo hanno poi caricato alle spalle, all’altezza del distributore, lo spezzone di coda che non era stato nemmeno coinvolto nel tentativo di violare la zona rossa. Il corteo è stato inseguito a quel punto per diverse centinaia di metri lungo Via Jacopo della Quercia e caricato gratuitamente per una terza volta, ferendo diversi manifestanti e facendo dei fermi. Una gestione della piazza da parte delle forze dell’ordine del tutto sproporzionata ai livelli di conflittualità effettivamente messi in campo e che sembra avere una funzione puramente politica: quella di instillare la paura a scendere in piazza.

Il corteo si è poi ricompattato nella zona di San Marco per poi fare ritorno in circonvallazione chiedendo la liberazione di tutti i compagni e le compagne fermate, continuando a bloccarla e avanzando in direzione della stazione. Lungo il tragitto diversi interventi si sono succeduti, mettendo al centro le componenti sociali che hanno animato la manifestazione di Lucca, i percorsi di lotta e di resistenza contro la crisi, per la casa, per il reddito, per la sanità e l’istruzione, rivendicando la necessità di contrapporsi a coloro che sono responsabili delle guerre e dell’impoverimento dei più a vantaggio di pochi, come era stato fatto poco prima cercando di violare i divieti imposti al corteo (qui il video di uno degli interventi).

Il corteo si è infine fermato nei pressi della stazione, continuando a bloccare il traffico finché tutti i compagni e le compagne fermati non sono stati rilasciati. Qui la manifestazione si è conclusa, ringraziando tutti i partecipanti e rivendicando pienamente il conflitto portato in piazza oggi.

Una coda che non può non essere nominata in questa sede è l’arresto avvenuto in serata di tre militanti che sono stati tenuti 4 ore in questura e poi rilasciati con l’accusa di possesso di armi atte ad offendere (un manico da ombrello e un’asta di ferro). Un episodio che, come scritto sulla pagina facebook Lucca contro il G7 sembra configurarsi come una rappresaglia delle forze dell’ordine per una piazza che nella giornata di ieri ha comunque tracimato dai margini di compatibilità prescritti e sembra uscire da quella giornata più forte e determinata a proseguire la lotta contro i nostri governi e le loro politiche di morte e sfruttamento.

Qui il video completo della giornata di ieri a cura di Local Team

Per altre foto sulla giornata di ieri rimandiamo alla pagina Lucca contro il G7.

Di seguito il primo comunicato sulla giornata di ieri scritto dagli organizzatori della manifestazione:

IL 10 APRILE A LUCCA UNA GRANDE PROVA DI DIGNITA’ E RISCATTO, NONOSTANTE LA VIOLENZA DELLA POLIZIA

Ci sarà tempo e modo di fare analisi più approfondite sulla giornata di oggi, ma alcune cose ci preme dirle fin da subito, a chi come un disco rotto vede la presunta violenza dello spingere dietro una rete e non vede la violenza dei ministri riuniti nel cuore della nostra città per decidere le prossime guerre e i prossimi morti, dai paesi Nato fino ai rappresentanti della Turchia del dittatore Erdogan e di Qatar e Arabia Saudita, gli stati che hanno finanziato e armato l’Isis e le altre milizie jihadiste che insanguinano la Siria e le nostre città europee.

Oggi abbiamo rivendicato, con piena legittimità, il diritto a entrare nella nostra città, sottoposta a un’occupazione militare vergognosa. In tutta risposta abbiamo ricevuto a più riprese manganellate e cariche gratuite per più di un kilometro, anche quando il corteo stava già arretrando, senza risparmiare persone inermi che si sono ritrovati chi una testa spaccata chi un braccio rotto. L’unica devastazione e macelleria che abbiamo visto oggi è stata quella della polizia, che si è accanita su di noi per difendere gli assassini del G7, le loro guerre, lo sfruttamento e il saccheggio quotidiano delle nostre vite.

Ma non intendiamo piangerci addosso, siamo anzi orgogliosi della piazza di oggi, di quella Lucca e di quella Toscana degna che oggi si è messa in gioco, che ha capito che di fronte all’orrore della carneficina che attraversa il nostro mondo, non basta più l’indignazione o un like su facebook, che ha capito che l’unico modo per rispettare e vendicare i morti innocenti delle loro guerre, in Siria come nelle città europee, è quello di cominciare a far pagare un prezzo a chi quelle guerre le scatena, quelli stessi assassini che si sono riuniti oggi a Palazzo Ducale.

Perché il contrario delle loro guerre non è il pacifismo, ma cominciare a fare la guerra a chi ci opprime. Oggi abbiamo dato questa indicazione con coraggio, dignità e determinazione, e lo rivendichiamo pienamente, con orgoglio.
Ringraziamo ancora una volta le 600 persone e tutte le realtà che da Lucca e dalle altre città toscane hanno condiviso con noi questa giornata. Non perdiamoci di vista che la guerra per il riscatto delle nostre vite è ancora lunga.

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