Fogli di via per il corteo contro il G7, gli organizzatori: “Non accetteremo queste misure fasciste”
Riprendiamo il comunicato del coordinamento Lucca contro il G7 che prende parola in merito ai fogli di via che la questura di Lucca sta notificando in questi giorni contro diversi manifestanti che avevano partecipato al corteo contro il vertice dei ministri degli esteri del 10 e 11 aprile scorso.
Contro i fogli di via di Minniti e Montaruli, ci riprenderemo piena libertà di movimento
Pochi giorni fa sono stati notificati dalla questura di Lucca 9 fogli di via per altrettanti manifestanti che avevano partecipato al corteo contro il G7 del 10 aprile scorso. Sei di loro abitano in provincia di Massa, gli altri tre invece sono residenti in comuni vicini a quello di Lucca e hanno studiato, lavorano e di fatto vivono nella nostra città.
Il foglio di via è uno strumento repressivo che sempre più viene usato dalle polizie per “ripulire” le città da tutti quei soggetti e quei comportamenti che vengono giudicati lesivi del decoro, dell’ordine pubblico e della pace sociale. Esso può essere comminato in qualsiasi momento a discrezione del questore, sulla base di una presunta “pericolosità sociale”, e impone l’allontanamento fisico delle persone che va a colpire dal comune di riferimento, da un minimo di 6 mesi a un massimo di 3 anni.
La totale arbitrarietà di questo provvedimento dovrebbe essere evidente: si può incorrere in questa misura prima ancora che venga emessa la condanna penale che dovrebbe certificare la supposta pericolosità sociale della persona incriminata, prima ancora di ricevere la denuncia per il reato contestato o anche, infine, in assenza di denunce e processi pendenti, sulla base di valutazioni puramente indiziarie.
C’è un solo modo di chiamare tutto questo: fascismo. Durante il ventennio tutte le persone a vario titolo sgradite al regime venivano mandate al confino, separate dalla collettività e dai luoghi in cui erano nate e cresciute, messe al bando. Oggi, nell’Italia governata dal Partito Democratico dello sceriffo Minniti, si vorrebbe fare lo stesso.
Non possiamo accettare e non accetteremo questi provvedimenti repressivi, che peraltro vanno a capovolgere qualsiasi principio di garantismo giuridico (non tocca più allo Stato l’onere di dimostrare la colpevolezza degli imputati, tocca all’imputato dimostrare la propria innocenza, subendo nel frattempo, con effetto immediato, la pena). Per questo ricorreremo a tutti i mezzi, legali e politici, per infrangere questi dispositivi e mettere i bastoni fra le ruote a chi sogna città socialmente desertificate e pacificate da ogni forma di conflitto.
Nessuno può rimanere zitto di fronte a questa fascistizzazione della repressione, pensando che vada a colpire solo qualche facinoroso “black bloc”. Perché a breve, di questo passo, si può anche arrivare a ricevere un foglio di via per aver impedito che una famiglia in difficoltà economica subisse uno sfratto, per aver bloccato la circolazione delle merci da un magazzino durante uno sciopero per avere salari più alti, o per aver contestato verbalmente un politicante in un’assemblea pubblica.
Da ultimo, vogliamo rivendicare con fermezza ogni momento della manifestazione del 10 aprile contro il G7 degli esteri, e il percorso che ha costruito quella giornata. Se la repressione si mette all’opera per colpire la determinazione che abbiamo messo in campo quel giorno, non accettando l’occupazione militare che la città di Lucca ha subito per permettere la passerella dei sette ministri della guerra, è perché quella determinazione ha fatto paura. Perché può diventare un esempio a cui guardare per tanti soggetti che vivono un disagio economico e sociale profondo, e che non si aspettano più soluzioni dalla rappresentanza istituzionale: le famiglie in emergenza abitativa, gli studenti sfruttati dall’alternanza scuola-lavoro, i lavoratori precari e malpagati, i migranti che vivono in strutture di accoglienza indegne, chi vede il proprio territorio devastato dalle grandi opere.
Per questo diciamo anche che, di fronte alla repressione, non bisogna cadere nella paura o nella rassegnazione impotente. Da sempre il potere ha represso e sempre reprimerà chi si ribella alla società e alla vita di merda che ci vorrebbero far accettare (nei nostri desideri e nelle nostre aspettative prima ancora che nella materialità dei nostri comportamenti). Ma la repressione non è quel mostro invincibile che alcuni descrivono, per questo non ci interessa perdere troppo tempo a leccarci le ferite. I lividi dei manganelli dopo qualche giorno passano, le denunce assurde e inconsistenti finiscono col cadere nel nulla in tribunale, le misure lesive della libertà personale se c’è la determinazione e il sostegno di una collettività si possono infrangere.
E tutti insieme continueremo a combattere i politici responsabili dell’impoverimento , i ministri della difesa che fanno affari con stati amici dell’Isis, che sganciano bombe distruggendo intere regioni del mondo e costringendo milioni di persone a migrare e ad abbandonare le loro terre, quegli imprenditori di morte che spendono 23 miliardi l’anno in armamenti invece che in case popolari, in sanità, istruzione, trasporti, in un reddito di autodeterminazione.
In un mondo normale sarebbero questi 7 ministri a dover essere messi al bando dal nostro comune, data la loro manifesta pericolosità sociale, non noi. Ma siamo in un mondo alla rovescia. E per questo continueremo a lottare per distruggerlo, per costruire una società dove la parola “sicurezza” voglia dire giustizia sociale, welfare e diritti per tutti e non più polizia per le strade, una società dove ad essere messi al bando dalle nostre città siano coloro che si arricchiscono sullo sfruttamento delle nostre vite e sul massacro di milioni di innocenti, e non chi si contrappone a loro.
Invitiamo a rimanere aggiornati sulle iniziative e mobilitazioni che organizzeremo per rendere carta straccia questi fogli di via, e per far sentire con forza che queste misure non raggiungeranno il loro scopo. Contro chi ci vuole isolare, noi risponderemo praticando la solidarietà. A chi ci vuole addomesticare, rispondiamo che continueremo ad essere fuori controllo. E alla fine, grazie alla caparbietà che ci contraddistingue, sorrideremo ancora una volta per ultimi, alla faccia di Minniti, del questore Montaruli e di tutta la loro combriccola di guardie private al servizio dei potenti.
Solidali e complici con tutti i manifestanti colpiti da fogli di via, siamo tutti socialmente pericolosi!
Lucca contro il G7