Calcio popolare e cultura ultras oggi in Italia. Dibattito con Giuseppe Ranieri e aperitivo benefit per la Trebesto
“Violenti”, “ubriachi”, “teppisti”: questi sono gli aggettivi con cui la stampa il più delle volte descrive il mondo delle tifoserie organizzate. L’ultras è diventato quindi, agli occhi dell’opinione pubblica, una figura deviante, pericolosa per l’ordine pubblico, una figura da controllare e reprimere. Dalle tessere del tifoso fino ai Daspo, gli stadi sono stati usati come laboratori di repressione e limitazione della libertà personale, dove mettere alla prova strumenti di controllo sociale poi usati fuori, nelle piazze, contro i movimenti sociali in lotta.
Per noi il mondo ultras è prima di tutto un fenomeno sociale e culturale esistente da decenni in tutta Europa (basti pensare ai libri che ha scritto sul tema Valerio Marchi), una forma di aggregazione il più delle volte di carattere popolare. Che cos’è infatti il bisogno di stare insieme, di riconoscersi in un gruppo, o nei simboli di una squadra legata al proprio territorio, se non una forma di reazione all’individualismo e alla solitudine del mondo capitalistico?
Come tutti i fenomeni e i movimenti popolari, anche il mondo ultras risulta contradditorio e ambivalente. L’aggregazione generata dal tifo per una squadra può infatti risolversi in un senso campanilistico, o addirittura escludente verso il diverso. Lo vediamo bene proprio a Lucca, dove le diverse tifoserie nazifasciste che si sono succedute nel corso degli ultimi 20 anni hanno fatto la fortuna dell’estrema destra cittadina.
Oppure, proprio attraverso lo sport, è possibile creare un’identità e uno stare insieme improntato a dei valori quali uguaglianza, partecipazione dal basso, antifascismo, antirazzismo, antisessismo e anticapitalismo. Nella neonata esperienza della Calcistica Popolare Trebesto, noi vediamo questa preziosa possibilità su cui vale la pena scommettere. Abbiamo quindi deciso di festeggiare i due anni dalla nascita del nostro sito con un’iniziativa dedicata al mondo ultras e al calcio popolare (qui l’evento facebook).
Quali sono gli aspetti principali che caratterizzano la vita, i riti, i codici del tifo organizzato oggi in Italia? Perché lo Stato si è tanto dato da fare per controllare e reprimere questo pezzo di società? Qual è il rapporto tra militanza ultras e militanza politica? E in che modo il fenomeno del calcio popolare rappresenta un’alternativa alla commercializzazione e alla spettacolarizzazione del calcio moderno?
Il libro curato da Domenico Mungo e Giuseppe Ranieri (@Ultras. Parole e suoni dalle curve, Edizioni il Galeone 2017) cerca di rispondere a tutte queste domande adottando una forma ibrida, una raccolta di saggi e racconti scritti rigorosamente da ultras attivi o reduci. Come si legge nell’introduzione, l’obiettivo ambizioso di questo libro è quello di “elevare la narrazione del mondo ultras italiano, dall’autocelebrazione dei libri autoprodotti dalle curve, dalla sociologia spicciola, da qualche tentativo caricaturale per donargli una dignità letteraria complessiva ed inattaccabile stilisticamente, formalmente ma soprattutto nei contenuti.”
Presenteremo il libro insieme a Giuseppe Ranieri sabato 14 aprile alle 16:30 presso la Biblioteca Popolare di San Concordio in Via Urbiciani 362. A seguire aperitivo benefit per la Calcistica Popolare Trebesto.
Giuseppe Ranieri nasce a Catanzaro nel 1986 e si laurea in Storia Contemporanea a Padova. Ultras storico del Catanzaro, è oggi redattore di Sportpopolare e collabora con Edizioni Il Galeone e Red Star Press-Hellnation Libri.