10 ottobre in piazza a Lucca davanti alla prefettura, contro i decreti razzisti di Salvini

Mentre il governo gialloverde prova ad accontentare in qualche modo il suo elettorato più con promesse mirabolanti che con concreti provvedimenti risolutivi (giusto ieri il ministro Toninelli si è beccato una sonora contestazione a Genova dopo due mesi di nulla di fatto), ben più velocemente avanza la politica di controllo e repressione di cui chiunque voglia opporvisi. Sono già stati firmati da Mattarella ed entreranno in vigore entro due mesi (a meno che non emerga nelle piazze un’opposizione sociale all’altezza dello scontro) i due decreti salviniani su Sicurezza e Immigrazione.

Taser alle forze di polizia, l’ennesima ondata di sgomberi in arrivo per spazi sociali e occupazioni abitative (“Salvini, vengo a casa tua?”, chiedeva un abitante romano di uno de palazzi occupati pronto a essere restituito ai palazzinari e alla speculazione. Prima gli italiani sì, ma quelli ricchi!), aumento delle pene per chi occupa una casa abbandonata per necessità o blocca una strada durante uno sciopero come avviene quotidianamente nelle lotte dei lavoratori della logistica, ulteriori forme di discriminazione e di segregazione sociale dei migranti. Ce n’è per tutti i poveri e gli sfruttati insomma, italiani e migranti, la politica del manganello è imparziale e non fa alcuna distinzione.

Poco da dire e solo una cosa da fare: opporsi (in piazza e nelle strade, non su facebook) con ogni mezzo necessario a questo governo razzista, fascista e xenofobo, che nulla ha ancora fatto di autenticamente popolare e di diverso dai governi precedenti, a parte riempirci di promesse destinate a sgonfiarsi. 

Per questo domani saremo in piazza a Lucca, insieme al Collettivo Iniziativa Popolare di San Concordio, a Potere al Popolo Lucca, e ai compagni e le compagne dell’Unione Inquilini e della Brigata Mutuo Sociale per l’Abitare di Viareggio, per far vedere che anche sul nostro territorio esiste un’opposizione sociale radicale, popolare e anticapitalista a questi decreti e alle politiche di questo governo infame, un’opposizione che non ha nulla a che spartire con quella ipocrita e farlocca del PD. Ci vediamo alle 18 in Piazza Grande per un presidio davanti alla prefettura (qui l’evento facebook).

 

Di seguito una sintesi più dettagliata delle principali misure previste dai decreti su Immigrazione e Sicurezza:

-Abolizione de facto della cosiddetta “protezione umanitaria”. La protezione umanitaria è una forma di protezione internazionale regolata dal Testo Unico sull’immigrazione 286/98 che integra le disposizioni della convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati politici, potendo esser concessa per seri motivi, in particolare di carattere umanitario o risultanti da obblighi costituzionali o internazionali dello stato italiano, oppure nel caso di emergenze come conflitti, disastri naturali o altri eventi di particolare gravità. La protezione umanitaria, presente nella maggior parte dei paesi europei, è in Italia il maggior strumento di accoglienza dei rifugiati: nel 2017, su circa 80mila domande di asilo arrivate alle commissioni territoriali, il 25% sono state accolte tramite la protezione umanitaria (il 58% sono state respinte e solo l’8% hanno visto il riconoscimento dello status di rifugiato politico).

-Ennesimo tassello sulla creazione di un sistema giudiziale speciale per i migranti: dopo che il decreto Minniti-Orlando aveva di fatto soppresso il giudizio in corte d’Appello (che, dati alla mano, ribaltava 7 volte su 10 i pareri negativi delle commissioni territoriali) per i ricorsi contro i dinieghi alla protezione, il decreto Salvini introduce l’espulsione per i richiedenti asilo che hanno subito una qualsiasi condanna in primo grado, demolendo il concetto di presunzione di innocenza fino a sentenza passata in giudicato. Nella prima versione del decreto, l’espulsione sarebbe scattata già in caso di denuncia. A questo, è connessa la revoca della cittadinanza per chi ha ricevuto una condanna (definitiva) per terrorismo e il DASPO per chi ne è sospettato.

-Limitazione degli SPRAR: l’ultimo gradino del circuito segregante dell’accoglienza, lo SPRAR, una sorta di “soglia del paradiso” a cogestione pubblica che sta fuori dallo schema emergenziale e abbozza un percorso progressivo di integrazione, sarà limitato a coloro che hanno già ottenuto una qualche forma di protezione e non ai semplici richiedenti, che saranno quindi ancora confinati nei vari CAS, CARA e compagnia.

-Allungamento dei tempi di permanenza nei CPR (centri di permanenza per il rimpatrio, già CIE: centri di identificazione ed espulsione). Contro i 90 giorni attuali, che nella pratica equivalgono a 90 giorni di carcerazione preventiva amministrativa, sarà possibile trattenere in queste strutture i migranti fino a 180 giorni. Qualora non ci siano posti disponibili, gli stranieri verranno detenuti provvisoriamente nei non meglio specificati “uffici di frontiera”, sostanzialmente le strutture detentive presenti nei porti e negli aeroporti.

-Piano nazionale sgomberi: vengono stabilite nuove modalità di ricognizione delle situazioni di occupazione. Entro 60 giorni poi dovranno essere definiti dei piani provinciali per le esecuzioni dei provvedimenti di sgombero, anche mediante l’impiego della Forza Pubblica. A questo si lega l’aumento delle pene per “chiunque invada arbitrariamente terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di occuparli o di trarne altrimenti profitto”, con ulteriore inasprimento se il fatto è compiuto da più di cinque persone. A sostegno di questo piano, previsti stanziamenti a crescere fino ai 50 milioni dal 2019 al 2025 per Polizia di Stato e Vigili del fuoco.

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