Gli studenti del Paladini in corteo fin sotto la Provincia: “Abbiamo dei diritti che non vengono rispettati”

Dopo il Liceo Artistico A. Passaglia sceso nelle scorse settimane in piazza a manifestare per la condizione sempre più degradante in cui si trova il loro istituto, questa volta è toccato agli studenti del Liceo delle scienze umane Paladini, che impossibilitati ormai da tempo a proporre le loro assemblee all’interno dell’edificio scolastico, hanno sentito l’esigenza di scendere in piazza.

La protesta, che inizialmente doveva compiersi in forma di sciopero davanti alla struttura scolastica, si è spontaneamente tramutata in corteo fino ad arrivare davanti alla sede della Provincia di Lucca divenendo assemblea. Le problematiche che riguardano la loro scuola rispecchiano quella che è ormai da tempo la condizione delle strutture scolastiche in tutta la lucchesia, dove docenti e studenti in primis ne risentono negativamente, vedendo compromesso il normale e dignitoso funzionamento delle attività scolastiche.

Condividiamo la loro presa di parola sulla mobilitazione di mercoledì, verso cui esprimiamo piena solidarietà e complicità.

 

“RIGUARDO ALLO SCIOPERO DEL 21/11/18 – UNA SCUOLA VIVIBILE NO?!

Riscaldamento non funzionante all’interno della palazzina a novembre inoltrato; ragazzi e ragazze presi da malori a causa delle temperature, coperti dalla testa ai piedi con cappotti, guanti e coperte; verifiche rimandate a causa del malessere generale. Tutto ciò è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso della nostra rabbia.

Abbiamo delle necessità, abbiamo dei diritti che non vengono rispettati. Noi studenti del L.A. Paladini, nell’arco di meno di un giorno, abbiamo organizzato uno sciopero che inizialmente si sarebbe dovuto tenere davanti al cancello della palazzina, parte della nostra nuova ‘’sede’’, ma che poi si è riversato spontaneamente nelle vie del centro storico con l’obbiettivo di dar vita ad un’assemblea in Piazza Napoleone, davanti alla Provincia. L’atmosfera era carica di tensione ma di solidarietà, di indignazione e di volontà di farci sentire. Infatti anche gli studenti e le studentesse che vivono la scuola all’interno dei moduli sono scesi a scioperare e a dare supporto ai loro compagni.
Tutto è iniziato davanti ai cancelli, il numeroso gruppo si è spontaneamente mosso verso la sede del Civitali per poi proseguire verso una piccola e nostalgica tappa davanti alla nostra ex sede in Via S. Nicolao. Penultimo obbiettivo far sentire il nostro supporto a studenti e studentesse del Liceo Classico, aventi anch’essi problemi gravi alla struttura scolastica per poi, tra cori e canti, arrivare in Piazza Napoleone. 
L’assemblea è iniziata libera al confronto, costruttiva e pacifica. Nonostante ciò non è mancato il terzo grado di un paio di Carabinieri, passanti lì per caso, e successivamente la presenza della Digos. Da entrambi abbiamo ricevuto domande e ‘’cazziatoni’’ per questa ‘’manifestazione non autorizzata’’, timorosi di eventuali scompigli che paradossalmente sono stati creati da loro per quelli studenti che non capivano la situazione, il motivo della loro presenza e della richiesta delle generalità dei presunti responsabili.

Puntualizziamo che questo sciopero/assemblea è stata una vittoria: eravamo uniti, solidali e aperti al confronto. Durante la discussione sono scaturiti altri problemi strutturali e non:
-I container non sono stati insonorizzati: le lezioni sono quindi disturbate da qualsiasi rumore proveniente dal corridoio o, addirittura, dai lavori di manutenzione che vengono svolti in mattinata sul tetto.
-Luci mal funzionanti: alcune aule sono parzialmente illuminate.
-Saracinesche danneggiate e rotte ai primi usi.
-Infiltrazioni di acqua in alcune classi e nella sala dei professori. Nelle classi il problema è stato risolto dando in mano agli studenti mocio e secchio.
-Chiazze di muffa sul soffitto della palazzina, buchi nelle mura delle classi o nelle finestre.
-La sala insegnanti ostruisce il passaggio tra piano inferiore e superiore della palazzina: gli studenti sono costretti a uscire dalla struttura per scendere o salire.
-Neanche qui abbiamo una palestra: l’ora di educazione fisica è svolta in altre sedi o a pagamento in casi particolari.
-Non c’è una stampante accessibile agli studenti: i costi delle fotocopie sono a carico di chi ne ha bisogno.
-Le circolari evanescenti: l’antico problema persiste, la comunicazione e le informazioni sono sempre meno puntuali e confuse.

E mentre Preside e Provincia passano, occasionalmente, a ribadire il gran lavoro che hanno fatto per noi, non vediamo miglioramenti rispetto alla nostra vecchia scuola. È da maggio, a quanto dicono, che sono venuti a conoscenza della condizione dell’ex sede del L.A. Paladini e ci vogliono far credere che hanno dato il meglio per sistemarci in una ‘’scuola’’ vivibile e confortevole. 
Noi non la pensiamo così, dobbiamo farci sentire, siamo noi il futuro e la nostra parola dovrebbe essere la più ascoltata! 
Abbiamo ribaditi, a fine assemblea, della possibilità di riunirci periodicamente in altri momenti di confronto. I problemi sono tanti, dalla struttura alla formazione precaria e sempre più riduttiva della scuola italiana.

Resta aggiornato, vieni alle assemblee, organizziamoci!”

Collettivo Autonomo Paladini C.A.P.

 

è di oggi infine una dura presa di distanza che i ragazzi e le ragazze del Paladini hanno deciso di prendere rispetto agli opportunistici attestati di solidarietà giunti loro da parte di alcuni consiglieri della Lega Nord:

 

“Partiamo dal presupposto che non condividiamo valori e decisioni politiche di questo partito di estrema destra e che non abbiamo richiesto o sentito la necessità di appoggio da partiti politici per esporre le nostre problematiche. A maggior ragione, non vogliamo supporto dalla Lega la quale indurrà maggiori tagli all’istruzione e all’edilizia scolastica, ma impiegherà 2,5 milioni di euro per il progetto ‘’Scuole Sicure’’, mettendo davanti agli edifici scolastici telecamere di sorveglianza e forze dell’ordine. Gli studenti e le studentesse del liceo L. A. Paladini credono che una vera scuola sicura debba essere ed avere una struttura funzionante e confortevole, visione assai differente da ciò che comunica la Lega con i suoi nuovi decreti.
Puntualizziamo quindi che siamo contrari alla falsa solidarietà, non richiesta, esposta dai consiglieri provinciali e regionali della Lega nei nostri confronti, la quale a nostro parere è solo una manovra per ricevere maggiori consensi e lusinghe.

Infine, nello stesso modo non accettiamo strumentalizzazioni da parte di nessun’altra parte politica e di nessun altro partito. Desideriamo affermare la libertà e l’indipendenza del nostro pensiero e delle nostre proteste.”

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