Tentata occupazione al Liceo Artistico Passaglia

è iniziato tutto nelle prime ore di martedì mattina. Diversi studenti e studentesse del Passaglia si sono ritrovati per decidere insieme in assemblea se occupare o meno la loro scuola per protestare contro le cattive condizioni infrastrutturali degli edifici in cui studiano (già al centro di una loro protesta pubblica lo scorso ottobre) e contro il più generale appiattimento repressivo e puramente nozionistico dell’istituzione scolastica. I loro intenti erano tuttavia già noti a preside e forze dell’ordine che hanno preventivamente sventato il tentativo di occupazione.

Al di là di questo specifico episodio ci sembra di poter dire che anche a Lucca cominciano a riaffacciarsi delle scintille (probabilmente ancora circoscritte e per certi versi contraddittorie, ma da seguire con attenzione) di mobilitazione studentesca che non si vedevano già da alcuni anni. C’è tutta un’insofferenza latente da osservare e comprendere, una condizione di disagio ancora alla ricerca di propri linguaggi e pratiche di ribellione. Per ora l’ “effetto contagio” proveniente dai movimenti studenteschi che hanno riempito le città di Pisa e Livorno nelle ultime settimane sembra contenuto. Domani chissà.

Di seguito riportiamo una parte del comunicato del Collettivo Artistico Passaglia che spiega le ragioni della loro protesta:

”In seguito ad assemblee abbiamo trovato un bisogno collettivo di opposizione all’attuale politica del governo. Abbiamo deciso di seguire l’esempio di Roma, Livorno e Pisa, mandando un messaggio forte, perché forte è il dissenso e, purtroppo, senza una soluzione così drastica, non saremmo stati ascoltati.
L’intenzione era di, appunto, inviare un messaggio chiaro sia alle istituzioni locali che a quelle nazionali, perché non possiamo astenerci dal protestare di fronte a provvedimenti e affermazioni intolleranti e retrograde come quelle del governo. Abbiamo, quindi, preso posizione contro i decreti sicurezza e scuole sicure, principalmente sul secondo perché riteniamo che la scuola REALMENTE sicura sia quella in cui non si ha il rischio di rimanere feriti a causa delle strutture pericolanti, e non quella che confonde la sicurezza con il controllo militare degli studenti.
Puntiamo fortemente anche sulla fondazione di uno spirito critico negli studenti, che sta venendo abbattuto attraverso riforme come quella del nuovo esame di maturità: meramente nozionistico, quasi a rendere lo studente un automa incapace di un dialogo fondato su opinioni personali: un burattino facilmente manovrabile dalle istituzioni e dalla società.
Con la nostra occupazione volevamo dimostrare il nostro interesse nel migliorare la scuola a 360 gradi per questo, oltre a protestare politicamente, intendevamo rinnovare la scuola per quanto possibile: riverniciando le pareti e ristrutturando i bagni, che erano chiaramente inagibili.”

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