Terzo Global Strike a Lucca. La lotta continua, la lotta è appena cominciata

Venerdì 27 settembre ha avuto il via il terzo sciopero climatico organizzato da Earth Strike e Fridays For Future. La protesta sembra prendere sempre più piede tra giovani e giovanissimi, che hanno sfilato per le vie del centro a colpi dei già consolidati slogan “co2 palle così” e “ci avete rotto il clima”, solo per citarne alcuni.

La manifestazione è partita col concentramento in Piazzale Verdi alle 9, dove cartelli e bandiere coloravano l’intero spiazzo. Il corteo si è poi diretto verso Piazza del Giglio, dove c’è stato un primo intervento, continuando in via Fillungo fino a Piazza San Michele, l’ultima tappa. Qui ci sono stati svariati interventi, sia degli organizzatori della manifestazione sia delle varie sigle e sindacati che vi hanno aderito come CGIL o COBAS.

Nel complesso il corteo è sembrato parecchio più attivo ed agguerrito delle volte precedenti, dal momento che ci sono stati molti più slogan ed interventi che additavano come responsabili della catastrofe climatica i poteri forti che agiscono nell’interesse del profitto. Una sorpresa è stata vedere, dopo una prima incertezza, bandiere NO TAV che sventolavano tranquillamente all’interno del corteo, una situazione anche piuttosto divertente dal momento che queste ultime cozzavano con le bandiere della CGIL, ma questo è un discorso a parte.

Sembra che siamo sulla buona strada insomma: i giovani stanno iniziando a prendere coscienza del fatto che sì, molto importanti sono i piccoli gesti nel quotidiano, ma i responsabili principali di questa situazione sono da ritrovarsi negli alti ranghi del mondo che distruggono la nostra casa comune per trasformarla in denaro, a favore dei pochi ed a discapito dei molti. Non possiamo accontentarci della Green Economy, del “compra bio” e via dicendo. Il sistema capitalistico non può semplicemente essere ridotto ma deve essere annientato tramite l’organizzazione dal basso (dall’alto non viene e non verrà mai), al fine di ridare valore sia all’ambiente che alla singola persona. Tutto ciò passerà inevitabilmente dal conflitto, che dovrà spingerci a creare un nuovo sistema sociale ed economico al di fuori degli schemi imposti dal profitto.

 

Di seguito il video del nostro intervento e il testo del volantino che abbiamo distribuito in piazza venerdì:

Non è con coloro che hanno fottuto il mondo che lo ripareremo. Lotta ambientale è lotta al capitale!

Anche oggi a Lucca, come in migliaia di altre città italiane e di tutto il mondo, una grande folla di manifestanti in gran parte giovani e giovanissimi sono scesi in piazza per porre con forza la necessità inderogabile di una svolta generale e sistemica alla crisi ambientale, prima che sia troppo tardi.Non c'è tempo da perdere, e allora perdiamone il meno possibile a pretendere dichiarazioni di emergenza che restano lettera morta, fatte da quelli stessi governanti che continuano a dare campo libero all'azione distruttiva delle grandi imprese multinazionali, che reprimono i movimenti di lotta ambientali contro le grandi opere, che sono i primi difensori di un sistema economico che va deposto alla radice. Quale fiducia possiamo dare loro ormai?Da un Bolsonaro che distrugge l'Amazzonia a un Putin che lascia bruciare la Siberia, da un Trump che nega l'emergenza ambientale fino ad arrivare in Italia al Pd e alla Lega Nord, la cui idea di crescita economica consiste solamente in aprire cantieri e fare grandi opere inutili e impattanti sul territorio (dal gigantesco e mostruoso Tav in Val Susa a provvedimenti come lo "Sblocca Italia", fino a progetti a noi molto vicini come gli assi viari nella piana di Lucca), ce ne corre ben poca di differenza.E non sarà certo la famigerata green economy o qualche certificato "bio" o "ecofriendly" sugli stessi prodotti di sempre a salvarci dalla minaccia che corriamo. Dobbiamo essere consapevoli del nemico e delle sue astuzie, trovare nome e cognome di chi ci ha portati alla deriva e di chi prova ad addomesticarci con false promesse. E siamo quindi noi tutti a dover stare attenti e viglili, affinché le parole che usano per blandirci non ci facciano mai tirare un sospiro di sollievo.Invece di chiedere ai politici di ‘’agire come se la nostra casa fosse in fiamme’’ potremmo e dovremmo agire noi per l’ambiente e contro i parolai: ragionare di modi di vita altri, passando dall’individuale al collettivo, e utilizzando tutta la nostra rabbia contro chi ha causato in noi la paura concreta di non avere un domani. Ora più che mai, la pazienza non è più una virtù. Pensiamo allora a come fare un buon uso di tutta la nostra impazienza.Continuiamo la lotta! #globalstrike #Lucca #27settembre

Pubblicato da Il Tafferuglio – Cronache dal mondo di sotto su Venerdì 27 settembre 2019

 

SYSTEM CHANGE NOT CLIMATE CHANGE!

Sono più di cinquant’anni che esistono le lotte ambientaliste. Da quando l’industrializzazione ha dilagato, le prime contraddizioni di questo sistema di sviluppo hanno cominciato ad emergere prepotentemente. Eppure la produzione non è mai stata alta come oggi, lo sfruttamento delle risorse è diventato totale, non esiste alcun posto al mondo che non sia una miniera.
Assistiamo a fenomeni di devastazione dovuti, pare, principalmente all’inquinamento causato dall’essere umano. Non a caso siamo circondati e bombardati da pubblicità che ci dicono quanto e cosa comprare per essere più compatibili con l’ambiente, tentando di farci credere che in questo modo possiamo fermare la distruzione imminente.
Si chiama Green Economy la nuova frontiera dell’economia, che non fa altro che fare leva sulla preoccupazione per l’ambiente al fine di vendere ancora, di non cambiare niente nei fatti, di continuare a produrre in quantità sempre maggiori.
Il nostro sistema economico si basa sul guadagno e sull’accumulazione di capitale, e questo non ci può essere se non a fronte di volumi di produzione via via più grandi. Non può permettersi di produrre meno, crollerebbe. È strutturale il suo fagocitare ogni cosa ed ha tra le sue conseguenze più terribili un’irreversibile devastazione ambientale. Quindi dov’è il risparmio energetico, dov’è la diminuzione netta degli inquinanti?
La risposta è semplice: non c’è nessuna diminuzione, nessuna tendenza effettiva al miglioramento delle condizioni ambientali. Nemmeno c’è un vero tentativo. L’immenso teatrino tirato su dai produttori è in atto da anni ed ha la mira ben precisa di continuare a produrre per vendere, sfruttando e mercificando ogni cosa.
Cercano di convincere con frasi ad effetto, anteponendo parole come “green”, “bio” o “naturale”, col solo scopo di far sentire la coscienza meno sporca a chi compra.
Compra meno, almeno compri in continuazione. Mangia sano, almeno ti sembrerà di contrastare le nocività che respiri. Compra green, anche se è solo uno specchio per le allodole.
Inoltre ciò che non cambia, anzi peggiora insieme alle condizioni ambientali, è lo sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici, sia nel “ricco” occidente che in ogni altra parte del mondo.
Contemporaneamente assistiamo alla poderosa potenza che spinge a devastare interi territori in nome di una qualche (presunta) miglioria per la comunità. Le grandi opere, come il TAV, sono totalmente inutili, atte esclusivamente a far girare enormi quantità di denaro tra i pochi direttamente interessati, con la giustificazione di poter far girare più facilmente, manco a dirlo, le merci.
Non possiamo continuare ad accettare questa logica. Quello che va messo in discussione è l’intero sistema economico e con lui il sistema di produzione. Il capitalismo non può fare a meno della distruzione e dello sfruttamento di tutte le risorse disponibili, umane, animali e materiali. Ma queste hanno una fine, un limite, come la nostra pazienza e la nostra salute.
Per questo dobbiamo continuare a mobilitarci, cercando di aggredire chi determina realmente tutto questo. Sicuramente dobbiamo avere dei comportamenti quotidiani votati a un minor consumo e a una coscienza critica in materia ecologica, ma dobbiamo assolutamente mettere in dubbio, una volta per tutte, la causa principale di tutto questo: il sistema economico, l’espressione più feroce ed energivora del capitalismo, il neoliberismo.

Non è con coloro che hanno fottuto il mondo che lo ripareremo!

 

 

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