La determinazione operaia contro sfruttamento e repressione. Sul corteo di sabato a Prato

Questo sabato anche la nostra redazione ha partecipato alla Marcia per la libertà a Prato, indetta per chiedere l’abolizione dei decreti Salvini, dopo che una ventina dei lavoratori della Tintoria Superlativa in sciopero per ottenere 7 mensilità non percepite e per le condizioni di sfruttamento in cui sono costretti a lavorare, è stata sanzionata per ben 4.000 Euro a testa per il reato di blocco stradale, secondo le norme introdotte dal nuovo DL  (per chi volesse lasciamo il link del crowdfunding per aiutare a raccogliere le somme necessarie).

Sabato 18 Gennaio il sindacato SiCobas è sceso in piazza con gli operai della Superlativa, e due studentesse fiorentine, colpiti dalle multe, previste dal DL Sicurezza, per gli scioperi organizzati contro le paghe da fame che impone la ditta e il mancato pagamento di sette stipendi.
Prato è stata attraversata da un corteo di circa duemila persone provenienti da molte parti d’Italia, in testa gli operai vittime sia dello sfruttamento del lavoro sia delle multe recapitategli dalla logica repressiva e perversa del Decreto dell’ex ministro Salvini. Il percorso imposto dalla questura, nonostante le migliaia di persone previste, doveva essere di appena 600 metri e rimanere a debita distanza dal centro. Un corteo composto da lavoratori e lavoratrici in lotta per riappropriarsi della dignità viene ritenuto nocivo per quel centro commerciale a cielo aperto in cui si stanno trasformando i centri storici di molte città. La testa del corteo ha però aggirato il blocco della polizia e si è presa la piazza del Municipio.

Marcia per la Libertà. Questo vuol dire autonomia operaia.

#Prato2020. Questo vuol dire #autonomia operaia.In pochi secondi di video il riassunto della giornata. La Marcia per la Libertà si prendere metro dopo metro la città. Umiliato il dispositivo della Questura. Fallito il tentativo di boicottaggio attivo da parte dei sindacati integrati nel sistema-Prato, guardiani anche loro dello sfruttamento sfrenato, uniti nella crociata istituzionale contro il nemico #SiCobas. E' un fiume in piena di operai quello che conquista la Piazza del Comune: determinato, coraggioso, pieno di rabbia per i divieti, ma pieno di gioia nel dimostrare che, sì, si può essere più forti di chi comanda. Con loro c'è la città, le tante altre figure di un proletariato metropolitano che ieri voleva essere, sentiva di doverci esserci, e c'è stato. Studenti, disoccupati, giovani: sappiamo tutti cosa vuol dire dover subire, sappiamo tutti quanto sia necessario ribellarsi all'ingiustizia e la prepotenza quotidiana.#PratoLibera! E' un sussulto di dignità, un urlo di riscatto quello che esplode in piazza del Comune. Dalle balaustre del palazzo occupate sventolano le bandiere della rivolta contro la schiavitù. Nella piazza rimbombano ancora le parole di un giovane operaio che viene dal nordafrica:"Da domani le cose a Prato sono diverse. Non devono comandare più i padroni. Da domani comandano gli operai!" Un buon proposito per il nuovo anno.

Pubblicato da IAM Iniziativa Antagonista Metropolitana su Domenica 19 gennaio 2020

Qui alcuni operai hanno occupato l’esterno del Municipio stesso calando gli striscioni dal terrazzo. Una volta radunati tutti i partecipanti nella piazza, sono partiti interventi a favore dei lavoratori e contro il decreto Salvini, che colpisce immigrati, operai, studenti e chiunque voglia libertà di movimento, di parola e maggiori garanzie e tutele sul lavoro.

La Marcia per La Libertà si prende piazza del Comune

La Marcia per la Libertà ha vinto. Hanno vinto i lavoratori. Ha vinto la libertà, la democrazia, la partecipazione.Era impensabile che il fiume umano di 2000 persone potesse accettare un divieto a manifestare ingiustificato e illegittimo.La piazza del Comune stracolma al termine di una marcia pacifica è la fotografia più bella di una città che ha deciso di stare dalle parte degli operai e richiede l'abolizione dei Decreti Salvini. Operai, studenti, semplici cittadini, più di cinquanta associazioni, lavoratori e delegati di molte sigle sindacali (anche confederali), consiglieri comunali e regionali: chi attacca la piazza di oggi, attacca la città di Prato. E farebbe bene a rendersene conto.Le manganellate partite a marcia già finita contro le poche centinaia di cittadini rimasti nella piazza, sono una fotografia eloquente e tremenda dello stato di salute della democrazia a Prato. Ristabilire lo stato di diritto non può che passare dalla rimozione del Questore Cesareo.Lasciano senza parole le dichiarazioni di Biffoni. La marcia si è svolta. Pacificamente. Senza disordini né problemi. Fino alle cariche sconsiderate ed irresponsabili di piazza del Comune. Da oggi inizia una nuova storia per Prato. Il clima doveva cambiare, e da oggi cambierà. #PratoLibera!

Pubblicato da Liberi dai Decreti Salvini – Prato sta con gli operai su Sabato 18 gennaio 2020

Tutto scorre tranquillamente, fino a qui. Quando una parte dei manifestanti inizia ad andarsene, polizia e carabinieri, in assetto anti-sommossa dall’inizio della manifestazione, sono avanzati verso le ultime persone rimaste iniziando, a modo loro, lo sgombero della piazza. I manifestanti, che si stavano allontanando pacificamente, si sono visti immediatamente aggrediti da scudi e manganelli e successivamente ‘’scortati’’ in modo intimidatorio fino alla stazione, quale era il punto di partenza del corteo. La manovra fuori luogo delle forze dell’ordine presenti, eventualmente più preoccupate di mostrare i muscoli e intimidire i presenti che altro, ha tra l’altro causato la caduta di alcuni manifestanti a causa del lastricato scivoloso su cui stavano indietreggiando.

Carica polizia Prato – Corteo Liberi dai decreti Salvini

La polizia carica in maniera del tutto immotivata la partecipata manifestazione di Prato contro i decreti Salvini che era riuscita a conquistare una delle piazze centrali della città nonostante il divieto della questura.

Pubblicato da InfoAut su Sabato 18 gennaio 2020

A parte il vergognoso e infame finale causato da chi preferisce proteggere gli interessi dei padroni, la piazza di sabato, come gli eventi benefit per coprire le spese pecuniarie, dimostra come esista ancora un forte tessuto di solidarietà e mutualismo pronto ad attivarsi all’occorrenza. Sono state infatti molte le sigle solidali alla causa all’interno del corteo.
Vergognosa ma non inaspettata la presa di posizione del sindaco di Prato, che, come la CGIL, si è ufficialmente schierato contro la lotta portata avanti dal Sindacato SiCobas, non indignandosi per l’attacco delle forze dell’ordine contro un corteo pacifico bensì per averli fatti arrivare fino alla piazza del Municipio. Non gli sono bastati l’effetto del DL sicurezza – che a livello nazionale né il maggiore partito di sinistra né “il sindacato più forte d’Europa” hanno mai messo in discussione – si accaniscono pure con i lavoratori già in difficoltà e che cercano di organizzarsi e reagire, stigmatizzandoli pubblicamente come dei facinorosi che hanno turbato l’ordine e il “decoro’’ cittadino. Che il PD o la CGIL fossero già da tempo in linea con le politiche filopadronali di Lega&Co. non è una novità ma questa volta non hanno nemmeno perso tempo ad indossare la maschera buonista che usano ostentare. Ciò fa capire una volta di più che leggi e manganelli non proteggono chi subisce sfruttamento e precarietà ma l’interesse del profitto.
Al sindaco Biffoni in particolare, che ha ridicolamente alzato la voce per il fatto che i pratesi non siano riusciti a fare compere in centro a causa del corteo vorremmo rispondere che erano pratesi anche quelli che sfilavano dietro gli striscioni e che se ritiene che il loro diritto di esprimere il loro dissenso negli spazi che li appartengono debba sottostare allo shopping del finesettimana di qualcuno, dando più importanza all’acquisto e al consumo della merce rispetto alle persone che le producono in condizioni disagiate, dovrà presto accorgersi che la musica nella sua città sta cambiando e che personaggi grotteschi come lui saranno presto storia passata.
Questi episodi, tutt’altro che isolati, mettono in luce la tendenza attuale di quasi tutto il ventaglio politico istituzionale a reprimere e controllare ogni singolo passo delle nostre vite. Chi prova a ribellarsi, anche solo per ottenere il minimo indispensabile per campare decentemente, deve essere schiacciato e isolato. Siamo sempre più convinte e convinti che l’unica forma di lotta debba venire dal basso, eliminando ogni forma di delega. A dimostrazione di questo non c’è soltanto la contrarietà alle vergognose e inaccettabili politiche liberali dei vari governi, ma soprattutto le vittorie di SiCobas ottenute nel recente passato. Riteniamo quindi fondamentale continuare a portare la nostra solidarietà, come compagne e compagni, a questa e a tutte le altre lotte che scoppiano nelle nostre città.

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