L’arroganza della giunta del cemento

Ieri mattina, senza alcun preavviso, il comune di Lucca ha deciso di abbattere alcuni grandi alberi di cedro che si trovavano nell’area verde di piazza Aldo Moro nel quartiere di S. Concordio. Il taglio, inizialmente programmato nel contesto dei lavori per l’ampliamento del parcheggio secondo il progetto “quartieri social”, era stato abbandonato (almeno a parole) dopo le pressioni del comitato di quartiere “Per San Concordio” e degli “Amici del Porto della Formica”. Ha colto un po’ tutti di sorpresa quindi il fatto che l’amministrazione abbia comunque dato il via al taglio di alberi perfettamente sani e di evidente pregio urbanistico e non solo, in una tra le poche aree verdi rimaste nel quartiere, nonostante la parola data. Purtroppo visto il nessun preavviso, il direttore del cantiere Matteo Pierami è riuscito a far tagliare uno dei tre maestosi cedri del Libano, mentre un secondo è stato privato di una buona parte dei rami. Una volta accortisi della situazione comunque tre membri del comitato sono riusciti ad entrare nel cantiere passando negli spazi tra le transenne e fermare i lavori mentre qualche decina di persone si radunavano per dare manforte e presidiare la situazione. Purtroppo la risposta delle forze dell’ordine non ha tardato ad arrivare: i tre che si sono frapposti tra gli alberi e le motoseghe sono stati identificati dalla polizia e dalla digos e hanno subito una denuncia da parte dell’ing. Pierami. Sul finire della giornata si è presentato al cantiere il sindaco Tambellini, scortato da un piccolo drappello di poliziotti. Senza minimamente ascoltare le istanze portate dalle persone che ancora presidiavano il cantiere, ha prepotentemente gridato ai presenti che il progetto era stato già approvato e i fondi già stanziati e quindi il taglio sarebbe comunque avvenuto. Come se non fossero state presentate ben tre petizioni ignorate nonostante si debba dare una risposta scritta entro 30 giorni! Dopo la sfacciata dichiarazione del sindaco, alcuni manifestanti hanno provato a forzare la transenna del cantiere e fermare i lavori ma l’unica che ci è riuscita è stata immediatamente fermata dalle forze dell’ordine. Ad oggi due su tre alberi di cedro sono stati tagliati. Non contenti, sindaco ed amministrazione si sono sentiti in dovere di ingannare non solo gli abitanti di S. Concordio ma anche il resto della città dichiarando a mezzo stampa che i progetti “erano stati concordati coi comitati di quartiere” e facendo intendere quindi che i manifestanti non ne facessero parte. Peccato che gli abitanti del quartiere siano in possesso di un progetto dei lavori, firmato in presa visione dal vicesindaco Giovanni Lemucchi e dal consigliere comunale Gabriele Olivati, in cui gli alberi sarebbero dovuti essere lasciati indisturbati. Staremo a vedere fin dove si spingeranno Tambellini &Co. pur di giustificare questo scempio.

Appare evidente come dietro a un progetto come quello dei quartieri social gravitino i soliti interessi del mattone e dell’asfalto, pronti a intromettersi e deturpare gli spazi quotidianamente vissuti dalle persone senza lasciargli modo di ribattere. Quella che viene spacciata come “riqualificazione” in realtà stravolge i quartieri con progetti faraonici e inutili se non persino dannosi per i cittadini. A farne le spese sono punti di riferimento locali, come la fontana sempre in S. Concordio, eliminata e sostituita senza un preciso motivo e appunto le aree verdi, sempre più risicate e fagocitate dall’avanzata dell’asfalto e degli interessi che gli stanno dietro. In merito a tutto questo, il comune innalza un muro di incomunicabilità, ignorando le richieste cittadine (o facendo finta di accoglierle per poi tradirle) e nascondendosi dietro il fatto che i fondi per i quartieri social sono fondi governativi che vanno per forza spesi. Al netto di tutto ciò, perché non coinvolgere chi abita nel territorio decidere su come destinare queste risorse? Perché non investirli in case per tutti, aree verdi, punti di ritrovo, asfaltatura delle strade e mille altre cose di cui i quartieri hanno veramente bisogno?

Questa ingerenza nella gestione del territorio ci sembra la riproposizione in piccolo di quello che da decenni sta accadendo in Val Susa con il TAV o a Venezia con il MOSE. Ci auguriamo che anche qui la resistenza sia accanita e riesca a strappare dalle mani di politicanti bugiardi e fanatici del cemento la gestione del territorio.

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