E il mondo dello spettacolo? Intervista a un lavoratore del collettivo Sipari Aperti Sempre

Come scrivevamo circa due mesi fa in apertura di una intervista a due lavoratori del territorio, il mondo dello musica, del teatro e dello spettacolo, con le sue variegate figure professionali già segnate a condizioni normali da una perdurante intermittenza del lavoro e del reddito, nonché dalla mancanza di ammortizzatori sociali adeguati, è uno degli ambiti che più ha subito la crisi Covid-19, e sul cui futuro permangono ancora tantissime incertezze. Parliamo però anche di uno dei settori che più si è mobilitato in questi mesi post lockdown: in varie regioni e province sono sorti collettivi, gruppi, reti intersindacali per dare voce e risalto ai bisogni e alle rivendicazioni di questa categoria di lavoratori e lavoratrici. Anche in Toscana è nata un’interessante realtà: Sipari Aperti Sempre, attiva nelle province di Lucca, Pisa e Livorno. Proponiamo di seguito un’intervista a un lavoratore lucchese del gruppo per fare il punto della situazione, con un occhio alle mobilitazioni del prossimo autunno.

1)Presentaci il vostro gruppo. Come è nato, e chi ne fa parte?

La crisi causata dal Covid-19 ha sicuramente messo in evidenza le molteplici criticità riguardanti i lavoratori del mondo dello spettacolo e della cultura ma disuguaglianze, disumanità contrattuali e “cannibalismo” professionale erano comuni e diffuse da molti anni in ogni realtà più o meno strutturata nel paese Italia, ignorata da tutti i governi precedenti e da tutte le sigle sindacali che avrebbero dovuto tutelare tutti i lavoratori del settore.

2)Quali sono le ragioni che vi hanno spinto a organizzarvi insieme? Dipendono solo dalla crisi Covid o esistevano dei problemi già da prima?

In seguito alla situazione venutasi a creare con la forzata chiusura dei teatri, un gruppo di lavoratrici e lavoratori delle realtà teatrali delle provincie di Livorno, Lucca e Pisa ha deciso di organizzarsi per dare vita ad un percorso che, partendo dall’attuale crisi, metta in discussione il sistema teatro così come lo abbiamo conosciuto. Il gruppo è formato principalmente da maestranze tecniche dello spettacolo (elettricisti, macchinisti, fonici, sarte ed attrezzisti) ma al suo interno è composto da tutte le molteplici figure che rendono possibile la produzione e lo svolgimento dello spettacolo stesso, quali maschere di sala, amministrativi, attori, danzatori, cantanti etc. Quasi la totalità dei componenti rientra nella categoria di lavoratori intermittenti o stagionali.

3)Siete riusciti ad accedere agli ammortizzatori sociali straordinari predisposti dal governo per la vostra categoria? Secondo voi sono stati adeguati e sufficientemente inclusivi oppure no?

Il governo durante il lockdown ha predisposto ammortizzatori sociali straordinari per la nostra categoria senza una accurata verifica delle molteplici realtà e diversità contrattuali. Così facendo solo una piccola parte dei contrattualizzati ha ricevuto la cassa integrazione. Una grande parte dei lavoratori (quasi 60mila domande) ha richiesto il bonus dei 600 euro, ma sono stati percepiti da poco più della metà dei richiedenti. Per tutti gli altri ancora nulla e la situazione sta diventando una grave emergenza sociale in previsione di una totale assenza di possibilità lavorativa o assistenziale nei prossimi mesi.

4)Che conseguenze ha avuto la crisi Covid sul vostro settore lavorativo? Come vedete il futuro?

Il principale ostacolo per una ripartenza del mondo dello spettacolo è sicuramente il distanziamento fisico, antitesi del mondo integrativo e partecipato che contraddistingue il teatro. Il Decreto Legge n.33 del 16 maggio 2020 impone una limitazione di pubblico nei locali al chiuso di 200 unità e ciò rende impraticabile ogni possibilità di ripresa per amministratori ed artisti. Con queste limitazioni molti amministratori approfittano della situazione per risanare i bilanci rimanendo chiusi per mera scelta economica. Chiediamo quindi che venga ascoltata la nostra richiesta di un diverso parametro di limitazione di spettatori, sicuramente possibile in molti dei nostri teatri, permettendo tuttavia di garantire tutele a pubblico e lavoratori.

5)Quali sono le vostre principali richieste e rivendicazioni?

Chiediamo:                                                                                                                  • L’istituzione di un vero e proprio “reddito di emergenza” che possa traghettare l’intero settore fino alla sua completa entrata a regime.                                                               

• L’Istituzione dell’obbligo di applicazione dei CCNL di riferimento, a tutte le categorie di lavoratori (estendendo le tutele e rivedendo i parametri anche alle realtà di giro) al fine di evitare la frammentazione contrattuale e la conseguente disparità di trattamento economico e di accesso agli ammortizzatori sociali.                                                         

• A garanzia di una maggiore stabilità lavorativa chiediamo una penalizzazione a livello tariffario delle assunzioni a chiamata giornaliera in modo da scoraggiarle.                     

• La valorizzazione delle competenze acquisite come risorsa mediante l’utilizzo del modello delle graduatorie pluriennali stilate attraverso il coinvolgimento del settore di riferimento. 

• Il coinvolgimento di tutti i livelli territoriali e istituzionali per la stesura di una riforma sostanziale del settore.                                                                                               

• Richiesta di partecipazione ai CDA dei teatri di una rappresentanza dei lavoratori.       

• L’accoglienza e attuazione di proposte di riorganizzazione/utilizzo alternativo degli spazi al fine di generare un aumento del numero di aperture ed estensione temporale dell’utilizzo degli spazi al fine di compensare la riduzione di pubblico imposta dai protocolli di sicurezza.                                                                                                        

• Internalizzazione dei servizi attraverso formazione specifica e valorizzazione delle professionalità esistenti.                                                                            

• Riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario per garantire incremento occupazionale e migliore qualità del lavoro e della vita.

6)La vostra categoria è stata tra quelle che si sono maggiormente mobilitate negli ultimi mesi con manifestazioni in diverse città d’Italia e nuove forme di organizzazione come la Rete Intersindacale Professionisti dello Spettacolo. Di che si tratta?

Come il nostro collettivo, altre realtà si sono formate autonomamente, spontaneamente e sopratutto dal basso, nei mesi dell’emergenza Covid. Il nostro impegno e le nostre attenzioni devono inevitabilmente riguardare il territorio circostante per arrivare poi ad un unione a livello nazionale. Queste realtà locali hanno dato vita e aderito a livelli sempre crescenti sia di collettività che di territorialità, fino ad arrivare, finalmente, alla possibilità di essere ascoltati dai vari interlocutori regionali e nazionali. I mesi passati hanno richiesto grande impegno e dedizione per molti dei delegati o portavoce dei vari ‘collettivi’ che con gran sacrificio di tempo e mezzi sono riusciti in un impresa senza precedenti. Saremo seduti nei mesi prossimi al tavolo di confronto con gli organi preposti. Nonostante gli impegni ed i risultati molti aspetti restano di difficile risoluzione per tanti lavoratori e quindi alcune sigle sindacali di base hanno messo a disposizione (per adesso solo in poche regioni) conoscenza e assistenza gratuita costituendo una Rete Intersindacale di supporto chiamata RISP. La rete è agli albori ma sarà interlocutore e guida importante nel prossimo autunno/ inverno di trattative per risolvere i problemi attuali e le prospettive future.

7)Come state affrontando questo periodo in cui i teatri sono chiusi e non si sa se potranno effettivamente riaprire in autunno? Pensate che ci siano possibilità di fare fronte comune con lavoratori e lavoratrici di altri settori che vivono un’incertezza simile rispetto alla ripresa delle loro attività?

Il periodo estivo ha portato un’apertura professionale ed artistica con l’organizzazione di eventi in spazi aperti da parte di varie amministrazioni e festival, coinvolgendo però solo una piccolissima parte dei lavoratori dello spettacolo. Siamo tutti consapevoli che nel periodo autunno-inverno (almeno fino a Gennaio 2021) le attività saranno ferme per molti di noi come già preannunciato dai vari teatri del nostro territorio come i teatri Verdi di Pisa e Goldoni di Livorno. Al livello nazionale cercheremo sicuramente un’integrazione anche con altri settori (per esempio istruzione e turismo), consapevoli di poterci sostenere a vicenda nel richiedere maggiori tutele contrattuali nonostante le diverse esigenze professionali.

8)Sipari Aperti Sempre ha una dimensione interprovinciale, coinvolgendo anche lavoratori e lavoratrici di Pisa e Livorno oltre che Lucca. Quali analogie e quali differenze tra questi contesti territoriali, per quel che riguarda il vostro settore, eventuale sostegno delle istituzioni locali o della cittadinanza ecc.?

Le tre province in questione (Lucca, Pisa e Livorno) sono conosciute in qualità di teatri di tradizione e quindi tutte e tre tutelate dagli enti locali, regionali e ministeriali potendo così usufruire delle sovvenzioni locali e in particolare del FUS. Sono inoltre simili per diversi aspetti come l’organigramma e la programmazione (lirica, prosa, danza e sinfonica). L’unica differenza sostanziale è la situazione contrattuale di tutti i lavoratori di palcoscenico del teatro Goldoni di Livorno, i quali avendo un tempo determinato stagionale ancora non sono a conoscenza di un eventuale loro rinnovo.

9)Avete in programma altre mobilitazioni per l’autunno?

Ad oggi le motivazioni per altre mobilitazioni prendono sempre più forma. Passato il periodo estivo, affronteremo uniti e con determinazione i vari punti in discussione del manifesto nazionale senza perdere di vista le criticità locali. Sipari Aperti Sempre è nato con lo scopo di sostenere tutti i lavoratori delle tre province e saremo sempre a disposizione, anche per dare voce alle piccole realtà che vorranno mobilitarsi sul territorio.

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